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Settembre 8, 2021Le allergie sono diverse e di varia natura, ma non tutte facilmente riconoscibili. Alcune allergie ambientali si individuano con più facilità, come ad esempio quella ai pollini, perché i sintomi si presentano solo in precisi periodi dell’anno, quando i soggetti sensibili entrano in contatto con tale allergene; parliamo di starnuti ripetuti, prurito e gonfiore agli occhi, tosse secca, solo per citarne alcuni. Questo tipo di allergia è talmente diffusa, che nel momento in cui si presentano i sintomi molte persone si rivolgono senza esitazione all’allergologo, per affrontarla in modo adeguato.
Le cose si complicano se abbiamo a che fare con intolleranze o allergie alimentari, poiché non sempre si riesce a dare la giusta interpretazione a determinate reazioni dell’organismo. Cerchiamo di chiarirci un po’ le idee, partendo da una prima distinzione importante ossia quella fra intolleranze e allergie, due termini che spesso non vengono utilizzati correttamente generando confusione.
Allergie alimentari
La reazione allergica successiva all’ingestione di un alimento allergizzante in alcuni individui è dovuta alla produzione da parte del sistema immunitario di anticorpi specifici, chiamati IgE, come reazione a determinate proteine alimentari innocue per gran parte della popolazione.
Le allergie alimentari sono più diffuse fra i bambini piccoli, ma si possono presentare anche in età adulta. È molto importante dare la giusta interpretazione ai sintomi quando si presentano, per evitare di trovarsi davanti a reazioni allergiche gravi che possono mettere a rischio la vita di un bambino. Se ad esempio un bimbo nella fase di svezzamento dopo l’assunzione di parmigiano ha delle manifestazioni cutanee, come l’orticaria, è bene consultare il pediatra che, se necessario, richiederà il consulto di un allergologo. Questo perché se il soggetto soffre di un’allergia importante alle proteine del latte, aumentando le dosi di parmigiano ingerite, o assumendo anche piccole quantità di latte animale o yogurt, potrebbe manifestare altri sintomi come il vomito e/o rischiare uno shock anafilattico.
Per fortuna le allergie alimentari, se affrontate per tempo e in modo adeguato, in numerosi casi dopo diversi anni rientrano.
Alimenti allergizzanti
Alcuni degli alimenti allergizzanti sono:
- latte (e suoi derivati)
- uova
- arachidi
- pesce
- crostacei
- frutta a guscio
- cereali
- soia
- lupini.
I gradi di allergia possono variare di intensità e in alcuni casi lo stesso alimento può causare o meno reazioni allergiche se ingerito cotto o crudo. Ci sono ad esempio soggetti che riescono a mangiare senza problemi l’uovo cotto e non quello crudo; altri che, pur essendo molto allergici al latte crudo, tollerano alimenti cotti al forno in modo estensivo contenenti latte. Questo perché alcune proteine con la cottura prolungata, e a determinate temperature, mutano.
Parliamo di un ambito molto complesso, dove le varianti sono molteplici, per cui la strada migliore è quella di rivolgersi a un allergologo.
Sintomi e diagnosi
I sintomi sono diversi e si possono presentare con minore o maggiore intensità.
I più comuni sono:
- orticaria
- gonfiore delle labbra
- sonnolenza
- alterazione del tono della voce
- tosse secca
- difficoltà respiratoria (che può sfociare in broncospasmo)
- perdita dei sensi e, nei casi più gravi, shock anafilattico.
La comparsa dei sintomi si può manifestare dopo pochi minuti dall’assunzione dell’alimento allergizzante e fino a circa le due ore successive.
Poiché i soggetti con allergie alimentari gravi possono rischiare la vita ingerendo l’alimento che non tollerano, in presenza di sospette manifestazioni allergiche è molto importante rivolgersi a uno specialista. L’allergologo, dopo aver fatto un’anamnesi per ipotizzare quali potrebbero essere i cibi che causano la reazione allergica, eseguirà i prick test; se lo riterrà opportuno, successivamente prescriverà un test sul sangue per valutare il dosaggio degli anticorpi IgE.
Intolleranze alimentari
Cosa differenzia le intolleranze dalle allergie alimentari? Siamo in presenza di un’intolleranza quando l’ingestione di un determinato alimento ha degli effetti negativi sull’organismo. Questi effetti si manifestano in modo graduale, variano in base alla quantità di cibo ingerito e in alcuni casi possono alterare la mucosa intestinale. Inoltre le reazioni sono più contenute rispetto a quelle allergiche e spesso si possono confondere con malesseri comuni.
Le intolleranze non sono tutte uguali; alcune sono dovute all’assenza nell’organismo dell’enzima che consente di metabolizzare determinati elementi, come nel caso della diffusissima intolleranza al lattosio, ossia lo zucchero contenuto nel latte animale (da non confondere con l’allergia alle proteine del latte).
Altre volte dipendono dal consumo eccessivo di un alimento non assimilato dall’intestino, che crea un accumulo nell’organismo fino ad intossicarlo. Se non si assume l’alimento incriminato per 6-9 mesi, in molti casi l’intolleranza rientra e lo si può reintrodurre gradualmente nella dieta.
Altri tipi di intolleranze sono riconducibili alla presenza in determinati cibi di additivi alimentari (ad esempio conservanti ed edulcoranti) o sostanze come la caffeina, l’alcol etilico ecc.
I sintomi dovuti a un’intolleranza sono molteplici, possono interessare vari organi e manifestarsi in modo più o meno intenso. Alcuni di questi sono:
- gonfiore addominale
- diarrea
- mal di stomaco
- nausea
- cefalea
- disturbo del sonno
- dermatite
- tosse secca che può sfociare in asma.
Se soffri spesso di tali disturbi, rivolgiti a un esperto che ti prescriverà, se necessario, degli esami specifici (test sul respiro, patch test, analisi del sangue ecc.) a cui sottoporti per diagnosticare eventuali intolleranze.
Celiachia
Un discorso a parte va fatto per l’intolleranza al glutine, dalla quale non si guarisce. Chi ha la predisposizione genetica alla celiachia, nel momento in cui l’intolleranza si manifesta l’unica soluzione è ricorrere a una dieta assolutamente priva di glutine per tutta la vita. È fondamentale una diagnosi precoce di tale patologia, perché l’assunzione di glutine protratta nel tempo da parte delle persone intolleranti comporta un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, con conseguente appiattimento dei villi intestinali e malassorbimento anche di altre sostanze nutritive.
Ciò può causare l’insorgere di altre patologie. I celiaci spesso sono intolleranti anche al lattosio e al nichel.
Rivolgendoti al Poliambulatorio Venere potrai prenotare in tempi brevi una visita specialistica e, se l’allergologo lo riterrà necessario, effettuare come primo step i prick test (ossia test allergometrici cutanei).
Per prenotazioni chiamaci ai seguenti recapiti telefonici: 06 6152361 – 371 3400723. È possibile inoltre contattarci mediante WhatsApp, Facebook o Messenger.